Paolo Rizzi



 

Paolo Rizzi

GALLERIA SAN VIDAL - 23.10.1987

 

Personale: GALLERIA SAN VIDAL

presentazione: Paolo Rizzi

Filamenti della fantasia, nuvole leggere che si dissolvono, forme amebiche nello spazio. E la pittura di Giovanni Gambasin. Una pittura che si richiama chiaramente al surrealismo, ma con una gentilezza allusiva che la contraddistingue. Un modo affabile per visualizzare lasserto di Calderòn de la Barca: La vita è sogno.

A Crespano del Grappa questo giovane dai tratti cortesi e dalla mente piena di sogni, tesse da anni la sua tela leggera. La tesse aprendo le sue immagini ad uno spazio irreale, che si scoglie sulla superficie come lespandersi di un respiro. Lì, in quel trepidare di aria e di luce, egli inventa le sue architetture nello spazio, dilata le sue ombre magiche, svolge i fili sottili di un errabondo girovagare alla ricerca della felicità. Sono spinto ad inseguire questi fantasmi; è come se una mano discreta mi spingesse sul bordo dellabisso. Una sorta di vertigine mi assale. Ma sento, nel contempo, il sostegno amicale che mi porta in una dimensione che amo: quella della pittura trasparente, aerea, amabilmente tonale, che è la stessa che si espande dalla suggestione gigionesca dei luoghi ameni che mi circondano. Ne resto immagato. Il viaggio diventa sicuro; senza incubi, senza angosce.

Ecco la caratteristica prima di Gambasin: la sua colloquiali. La pittura come qualcosa di affabile, che ti viene incontro con gentilezza: un invito alla fantasia.

Talvolta può apparire il brivido freudiano dellincubo; ma è appena un momento. Ci si accorge che la lanterna magica gonfia sogni ottimistici. Anche il grottesco si libera dei risvolti cupi: diventa giuoco, allegra sarabanda. Così per gli aspetti ambigui: siamo lontani dal surrealismo alla Dalì, dove latmosfera si fa contorta, spaesante, allucinata. Semmai lambiguità diventa come appunto in certi sogni, scambio di ruoli, finzione, passaggio da uno stadio allaltro. Cioè libertà: assoluta libertà.

Lui, il pittore, mi dice: La vita è così rigida: non si esce dalle sue regole. Il sogno è invece libertà, fuga verso la fantasia. Per questo limmagine tende a non definirsi, a restare sospesa a mezzaria. E lallusione tanto cara a Mallarmè: abbozzare, plasmare appena, appunto alludere, lasciando che la mente completi litinerario. Gambasin è chiaro: Io penso senza risolvere. Risolvere è chiudere: è la fine. Siamo noi che riprendiamo il filo del sogno dellartista: lo dipaniamo secondo il nostro piacere. Tuttattorno un tono dorato, un effondersi della luce mattutina. Una cornice aurorale.

Proprio questo mi piace di Gambasin. Non certe pesantezze descrittive, non certe ambiguità caricate, non certe insistenze letterarie troppo care ai surrealisti. Mi piace la trasparenza dellimmagine che con lirismo egli mi propone. In certi momenti lo sento più vicino a Klee che ai surrealisti ortodossi; in ogni caso si accosta al Tanguy più libero. Soprattutto i quadri aerei e meno descrittivi mi attraggono: quelli in cui la fantasia sè sciolta senza sforzo. Sono gli ultimi quadri i più recenti. Come dire: la strada, dopo tanti tentativi, è quella buona. Il viaggio è appena cominciato. Basta attaccarsi al filo dellaquilone magico del pittore. E socchiudere gli occhi. 

 



 

Paolo Rizzi

IL GAZZETTINO - CULTURA - G sette - Arte - 22.03.1989

 

Due giovani pittori

Segnaliamo due mostre di giovani artisti veneti: Giovanni Gambasin alla Biblioteca Comunale di Solagna... Gambasin ha affinato ancor più, nell'ambito un suo tipico tonalismo, lieve e raffinato: divagazioni di fantasia, anche nei passaggi più impervi, come in una Venezia raccolta in estrose e calibrate cadenze di motivi architettonici vaganti nello spazio…