ARTE TRIVENETA - 1983
La pittura di Giovanni Gambasin è frutto di una paziente, solitaria ricerca espressiva. Tralasciato il linguaggio consueto della quotidiana comunicazione con gli altri, l’artista sa scavare nella propria anima per comprenderla con maggior partecipazione; per questo ne rappresenta i segreti passaggi per mezzo di forme simboliche dal significato, spesso, a lui stesso sconosciuto. In questi dipinti, che potremmo catalogare nelle pagine del surrealismo, apprezziamo la finezza descrittiva nella logica irrazionale della fantasia. Sincera, totale l’adesione dell’artista ai motivi ispiratori delle sue figurazioni, nelle quali continuamente si accostano oggetti materiali e trame impalpabili di elementi soltanto concettuali, in una contrapposizione fiduciosa tra la realtà e l’ideale.
Laura Facchinelli
PANORAMICA DELLE GALLERIE - 28.10.1987
Giovanni Gambasin (galleria San Vidal) vive con la pittura un rapporto intenso,assoluto. Nel creare quelle ambientazioni surreali, sembra estrinsecare la totalità del suo essere, invocando tutte le proprie energie mentali.
Scavando dentro la propria dimensione psichica sembra smarrirsi in uno stupendo labirinto d’affanni e sorprendenti meraviglie. Fonte della sua ispirazione, dice l’artista, è il sogno. Eppure, ripercorrendo con la memoria la geografia di quelle segrete proiezioni verso l’ignoto, affiorano solitamente immagini verosimili, pur travolti dalla marea fremente dell’inconscio, le figure, i luoghi e le cose appaiono riconoscibili.
Allora quell’estenuato, deformante allungamento delle membra nell’aria, quei corpi che, pulsando, si tramutano in elementi organici indistinti e ossessivi, nascono dal sogno e dall’incertezza inquieta indotta dalla parentesi onirica. La riproduzione visiva del sogno, compiuta nello stato di veglia, inevitabilmente è suggestionata da impulsi razionali. Nei dipinti, le scenografie son costruite con un segno preciso che afferra un attimo nella liquida trasmutazione delle forme.