Giulio Gasparotti



 

Giulio Gasparotti

CORRIERE VENETO - 04.02.1983

 

GalleriaS.Vidal

Giovanni Gambasin. Tra stati irrazionali e automatismi psichici, il surrealismo di Gambasin si avvale anche di un tonalismo che registra meglio, e quindi postula, la ricerca duna unità uomo - ragione - inconscio come espressione artistica a livello di linguaggio comprensibile.

Queste figure inserite in spazi e dimensioni proiettive offrono in più la spiegazione di tali fantasie, proprio nellandare al di là dellidentificazione oggettiva.

 


 

Giulio Gasparotti

In catalogo della personale - 24.05.1992

Centro Culturale Resana


Le visualizzazioni di Giovanni Gambasin, definite surrealiste, anche se il termine mi pare piuttosto ristretto, colgono dellambiente“ le variabili dellimponderabile, che non esistono e pure diventano presenze, tra spazi e luci.

La sua poetica trova il giusto abbrivo nella varietà dei motivi di localizzazione e non, magari trasposti dalla memoria, che riappaiono negli olii e nelle tecniche miste, decantati e condensati su sfondi ariosi e allusivi della fuga del tempo e del pensiero, adatti alle suggestioni oniriche e, soprattutto, inclini a un significato che va al di là del valore visivo.

Nellatmosfera mutevole, ma estranea al tempo, egli vede profili e sinuosità, architetture e colline, antichi palazzi e figure che si fondono luna nellaltra, in un universo analogico, metaforico, ambiguo,interiorizzato,nellestensione ricondotta

di solito alla concisione frontale, avente per appoggio lievi e raffinati cromatismi, sensibili e leggere effusioni, un segno libero e sottile. La tavolozza di Gambasin, tonalmente assai delicata, si limita ad alcune tinte fondamentali, che fanno da polarità e da legame indispensabile ai silenzi e ai vuoti luminosi, al vicino-lontano dispiegato dalle nuvole che riannodano il cielo alla terra. Lampio orizzonte si adegua ai tempi lunghi duna realtà armonizzata, allirreale e al sogno, al desiderio e allinconscio, velata di mito e leggenda, di coinvolgimento psicologico.

E un surrealismo placato dallimmaginario, dal susseguirsi dun tocco continuo, dalla materia luminosa, dalla magia della luce, dallinsieme che combina lordine originario con le consonanze mentali, dellautonoma vitalità stilistica.

E, per concludere, una verità vera dai ritmi irreali. Un messaggio delle cose nelle cose stesse, traslato nella metamorfosi del particolare, degnamente osservato come elemento pittorico, inserito nelle cadenze e nellequilibrio della composizione, conformemente alle esigenze di coordinamento estetico. E lenigma del tempo testimone della nostra epoca.



 

Giulio Gasparotti

CORRIERE VENETO - 04.02.1983

 

... Alla "San Vidal": Giovanni Gambasin. E' un surrealismo che pur puntando sul paradosso, sugli accostamenti più vari, sull'ironia sottile, si apre alla fantasia per analizzare meglio la vita. Un certo tonalismo mitiga inoltre alcune disinvolture che caricano le immagini di illusioni e partecipazione.

 

 


 

Giulio Gasparotti


Una panoramica assai valida ed articolata di

ARTISTI IN RIVIERA - 1986

 

... Colori tenui definiscono il surrealismo di Giovanni Gambasin di Crespano del Grappa, delle immagini che salgono dagli sfondiate le definiscono… 

 


 

Galleria VENETA - 1986

 

Giovanni Gambasin: la fantasia onirica crea immagini e le immagini della fantasia assumono dimensioni innaturali. E' l'irreale che sulla tela diventa simbolo del grottesco, del dramma, dell'ironia con finezza espressiva.

 


 

Giulio Gasparotti

GENTE VENETA NOTIZIE - 07.11.1986

 

Galleria San Vidal: Giovanni Gambasin di Crespano del Grappa. Realtà e sogno sembrano contrapporsi in questa pittura dai colori tenui, dalle architetture inserite in uno spazio dilatabile. Una prospettiva, unapertura, una finestra, un  motivo qualsiasi, un braccio, un corpo, che, di volta in volta, scopre le brevi scansioni dello spazio-barriera o da cui si allontana il punto di vuoto. Gambasin ri-costruisce (anche nei disegni) gli aspetti oscuri della realtà - o quanto meno quelli che sembrano tali - quasi entro un velario. Perciò è tanto morbidamente definita. E unimmagine tonale, che mantiene i nessi con la cultura surrealistica, non, però, in senso evasivo, bensì alla ricerca dun dialettico perché” inesplorato. Il segno aiuta la stesura lieve, con le possibilità di minore assorbimento, essendo il peso grafico rapido, proprio per rendere logici gli elementi allusivi. Questa intentio, perciò, è un segno essa stessa per qualcosa daltro. E un diretto rinvio al perfetto e a limperfetto. Quindi il tonalismo è legato allimperfetto, mentre le figure si affidano al tempo perfetto. Le immagini, infatti, contengono tutte le proprietà delle cose o perlomeno le loro proprietà strutturali. Dire che la pittura per Gambasin è un sogno, che si contrappone alla vita…” è semplice letteratura. 

 


 

Giulio Gasparotti

LA GAZZETTA - FLASH GALLERIE - 28.10.1991

Rovigo - Galleria lIncontro

 

Giovanni Gambasin. Una pittura, come ho scritto varie volte in precedenza, che pur richiamandosi ad un certo surrealismo,se ne svincola nellallusione, nelle trasparenze, nella non descrizione, nella fantasia. I colori sono leggeri, ariosi e luminosi. Le forme si dissolvono. Le tonalità donano una dimensione nuova agli spazi, diventano atmosfera che avvolge il riferimento e lo sintetizza. I colori e le brevi architetture ambientali corrono veloci come il pensiero, sinquadrano, si attraggono, si manifestano, si allontanano, fluiscono su toni smorzati, rinnovandosi come nel sogno, nella memoria o nel desiderio. La pittura di Gambasin è profonda perché attinge alle vere radici della vita. La fantasia vince la realtà. Perciò questi quadri si avvalgono del colore con discrezioni, privilegiando una tessitura cromatica fine ed evanescente e i soggetti riaffermano contenuti onirici, sostitutivi dellimmagine tradizionale a vantaggio duna visione a-temporale e interiorizzata.